La stracittadina della Capitale in finale di Coppa Italia è un inedito. Non ci sono favoriti.

Totti in azione nel derby (immagine dal web)

Totti in azione nel derby (immagine dal web)

Nessun calcolo ha nessun senso. Ha decisamente ragione Francesco De Gregori: stasera (inizio ore 18:00) niente pallottoliere, niente calcolatrici, niente tatticismi matematici o statistici. In una partita come quella che vedrà di fronte le due facce della stessa capitale a giocarsi l’ultimo trofeo della stagione l’imperativo è solo uno. Vincere.

Se si dovesse analizzare lo stato di forma delle due squadre si potrebbe dire che la Roma ha concluso il campionato in crescendo, scavalcando i biancocelesti sul filo di lana,  esattamente al 31’ del secondo tempo quando Daniele Dessena batteva di testa Marchetti su pennellata di Cossu in un Cagliari-Lazio dal sapore di beffa. E il totale portava la Roma a 62 contro i 61 della Lazio. Ma nessun calcolo ha nessun senso, quindi neanche questi discorsi sull’andamento lo hanno.

Le due squadre insieme hanno totalizzato 123 punti;  la Torino bianconerogranata ne ha messi insieme 126, esattamente gli stessi che si contano sotto la Madunina. Numeri, anche questi, che lasciano il tempo che trovano.


La Lazio si presenta alla sfida con un Klose il cui stato di forma è tutto da decifrare e un Hernanes che ricorda un toro che si imbizzarisce davanti al giallorosso, visti i 4 gol su 6 stracittadine disputate. La Roma, invece, ha nel suo Capitano l’arma in più di quella stagione: la voglia di Francesco Totti di battere l’ennesimo record, quello dei gol segnati nelle sfide contro la Lazio superando Delvecchio e Da Costa. In più, ma è sempre pura, semplice e quindi inutile statistica, Daniele De Rossi non ha ancora realizzato un gol con la Roma in questa stagione e il derby è l’ultima occasione che ha per farlo.

La squadra giallorossa vuole la Coppa Italia numero 10, che le permetterebbe di diventare la squadra che ne ha vinte di più, staccando la Juventus. Per i biancocelesti, invece, sarebbe la sesta, il che significherebbe staccare Torino e Milan e agganciare la Fiorentina nella classifica di tutti i tempi. Ma nessun calcolo ha nessun senso. Quindi lasciamo parlare il campo.

Emanuele Giulianelli