Il Liverpool spreca una grande occasione e vede allontanarsi un trionfo che manca da 24 anni. Il pianto disperato di Luís Suárez è la foto di una stagione che rischia di chiudersi con una gran delusione.

Suarez piange consolato da capitan Gerrard  (foto www.bbc.com)

Suarez piange consolato da capitan Gerrard (foto www.bbc.com)

La Premier League 2013/14 è agli sgoccioli e la sfida per la vittoria finale è più accesa che mai. Se non è inusuale che il campionato inglese si concluda tra mille emozioni, quest’anno le variabili in gioco sono ancor più del solito. È di ieri sera l’ultima puntata di una serie che vedrà calare il telone Domenica prossima.
Il Liverpool, primo in classifica con 80 punti alla pari col Manchester City a due giornate dalla fine, ieri sera affrontava il Crystal Palace, una neopromossa in gran forma ma oramai salva. Per i “Reds” sembrava un Monday night facile e tranquillo quello di “Selhurs Park”: 1-0 al 18’ segnato da Joe Allen, 2-0 al 53’ a firma di Daniel Sturridge e 3-0 al 55’ del capocannoniere Luís Suárez.

Pareva che le “Aquile” del sud-est di Londra volessero rispettare la par condicio dopo aver ceduto i tre punti al City nel turno precedente. Invece, negli ultimi dieci minuti succede l’impossibile: un bolide da fuori del difensore irlandese Damien Delaney ed una doppietta del ventiquattrenne attaccante Dwight Gayle valgono per pareggiare e chiudere il match sul 3-3 finale.
Un passo falso che costa alla squadra di Brenden Rodgers molte delle residue possibilità di vittoria del campionato. Il Liverpool, infatti, è ora primo in classifica con 81 punti, con un punto in più ma anche con una gara in più di un Manchester City che Mercoledì sera ospiterà un Aston Villa già salvo.

A fine gara i calciatori del Liverpool sembravano percepire l’occasione persa, abbandonati allo sconforto. Attirano l’attenzione soprattutto le immagini di Luís Suárez, crollato in un pianto inconsolabile sotto il cielo londinese, con la maglietta a coprirgli il viso e compagni ed avversari a cercare inutilmente di consolarlo.


Le lacrime di Luís Suárez in questo 5 Maggio fatale al Liverpool rendono quasi impossibile non ricordare le lacrime di Ronaldo in un altro 5 Maggio, quello di dodici anni fa che è infausta storia dell’Inter, con il sogno di una gloria attesa tanti, troppi anni, che svanisce improvvisamente e inaspettatamente. La situazione è per certi versi distinta: il 5 Maggio neroazzurro fu all’ultima giornata, quando già non c’era più niente da fare; quello red può ancora trasformarsi in un ostacolo sulla via del trionfo. Come proprio la serata di ieri ha dimostrato, in Premier League non c’è niente di scontato.

Allo stesso modo in cui il Crystal Palace ha lottato fino all’ultimo secondo nonostante in gioco ci fosse solo l’onore (concetto calcisticamente sconosciuto quasi ovunque, ma non nel Regno Unito), lo stesso farà l’Aston Villa domani sera. E sicuramente lo faranno gli avversari delle tre contendenti al titolo Domenica prossima. Se il City non batte i “Villans”, infatti, all’ultima giornata arriverà in corsa per il titolo anche il Chelsea di Mourinho, fermo a 79 punti. L’ultima giornata prevede Cardiff vs Chelsea, Manchester City vs West Ham e Liverpool vs Newcastle.

Le lacrime del “Cannibale” Suárez (nomignolo guadagnato per la poco buona abitudine di mordere gli avversari), comunque, resteranno nella storia di questa Premier League. Possono sembrare eccessive, ma si giustificano con lo sforzo fatto da un Liverpool che nessuno attendeva a tanto alti livelli e che, invece, ha sorpreso tutti con un gioco spettacolare, frizzante e molto offensivo. 99 sono le reti realizzate dai “Reds” in 37 giornate. 31 portano la firma di Luís Suárez. In 32 gare, tutte quelle giocate dopo aver scontato la squalifica per un morso dato nel finale della passata stagione. 21 gol li ha segnati il suo compagno di reparto Daniel Sturridge, vice-capocannoniere del torneo. 13 sono del capitano Steven Gerrard, unico superstite della squadra che nel 2005 vinse la Champions League sotto la guida di Rafa Benítez.
La vittoria in Premier League avrebbe un sapore speciale per l’intera città dei Beatles. Infatti, nonostante sia il club più glorioso d’Inghilterra, il Liverpool non vince il campionato nazionale dal 1990, ventiquattro anni fa, tempi di Kenny Dalglish, Ian Rush e Bruce Grobbelaar, tempi in cui il campionato inglese ancora non si chiamava Premier League.

 

Mario Cipriano