Focus sul presidente più irritante del calcio italiano

Maurizio_Zamparini

Maurizio_Zamparini

Contraddire Maurizio Zamparini è impossibile. Consigliarlo men che meno. Fargli cambiare idea? Volete scherzare? Lui, si sa da tempo, è così. Incorreggibile. Prendere o lasciare. Gli allenatori che decidono di accettare le sue proposte di allenare il Palermo evidentemente prendono. Perchè a una panchina di Serie A non si rinuncia mai, senza spiegarne i motivi. Pazienza se a novembre, magari ottobre, facciamo qualche volta quando ancora è estate sei già stato sbolognato con sdegno del presidente rosanero che ti fatto immaginare per un’estate intera una grande avventura.

Non chiamatela panchina quella del Palermo. Sulla panchina ci si può sedere per un pò e calmarsi. Su quella rosanero no. Mai. E’ una vera e propria graticola ardente. Anche lavorando bene, dando il massimo e ottenendo risultati discreti e facendosi apprezzare da squadra e ambiente, non basta. Se il presidente ha il mal di pancia o luna storta per più giorni di seguito, il destino è segnato. La panchina del Palermo salta. E’ un clichè, un leitmotiv. Il Palermo è mio e si fa come dico io, sempre e comunque. Questo è il Zamparini-pensiero. E’ capace di cacciare un tecnico mettendosi contro tutta la squadra in blocco e, ovviamente, pretendere che gli stessi giocatori poi siano migliori di quanto visto. C’è della filosofia dietro.

Come dargli torto. Senza di lui il Palermo lottava per risalire in B. E’ arrivato negli anni dove solo i sognatori potevano immaginare. Gliene va dato ampio merito. Eppure resta una dicotomia di fondo nel giudicare Maurizio Zamparini come uomo di calcio. Un dottor Jeckill e Mister Hyde. E’ un mecenate come lo sono stati tanti presidenti di una volta e i cui due ultimi esempi sono Massimo Moratti e Silvio Berlusconi, ma è anche un personaggio che all’immagine del calcio talvolta può nuocere.

Come mangia-allenatori avrà anche imparato da altri venuti prima di lui, ma poi ha instillato il pilota automatico e issatosi al primo posto fra i padri-padroni del pallone italiano. Frenesia e nevrosi del nostro calcio sono imputabili anche a lui, anzi lui è il capofila dei nevrotici prestati al calcio.

Allenatori, volete programmare e inaugurare dei cicli? L’Italia non è il paese giusto. Soprattutto non accettate le proposte di Maurizio Zamparini.