Negli ultimi anni tutte le squadre vincitrici si sono risollevate da un momento in cui sembravano spacciate trovando gli equilibri giusti fino al trionfo. Lo sanno bene Mou, Ferguson, ma anche i nostri Carletto Ancelotti e Roberto Di Matteo.

Josè Mourinho

Josè Mourinho vincitore con il Porto e con l'Inter (foto tratta dalla rete)

La Juve a maggio sarà sul tetto d’ Europa! Detta in questo modo sembra una barzelletta, visto che i bianconeri non vincono in Champions da tre anni e, pareggiando contro la matricola Nordsjaelland, hanno ridotto notevolmente le possibilità di qualificarsi agli ottavi di finale. Nemmeno il tifoso più ottimista si immaginerebbe campione. Eppure quelli più attenti alle statistiche hanno già comprato il biglietto aereo per Londra 2013. Il perchè? La storia recente dice che le formazioni che ad un certo punto del proprio cammino in Champions sembravano spacciate ed avevano già le valigie in mano per tornarsene a casa alla fine sono riuscite a sopravvivere e addirittura a vincere contro ogni pronostico. Certo è che se accadesse anche quest’anno, dalla prossima edizione le squadre più quotate farebbero a gara per partire una peggio dell’altra! Noi di TuttoCalciatori.Net abbiamo ripercorso il cammino europeo delle ultime vincitrici, ritrovando per tutte gli stessi intrecci magici.

1999
– Ad aprire la tradizione fu il Manchester United di Sir Alex Ferguson. La corazzata inglese fu ripresa per le penne per ben due volte. Se già nella semifinale d’andata giocata ad Old Trafford, Giggs era riuscito a pareggiare nell’extra time il gol dello juventino Conte, i veri miracoli si verificarono successivamente. Nel ritorno al Delle Alpi, lo United era sotto 2 a 0, per colpa della doppietta di SuperPippo Inzaghi.

La squadra di Ancelotti, subentrato al dimissionario Lippi, si spense clamorosamente, permettendo agli Inglesi di ribaltare  il risultato con le reti di Keane e dei gemelli del gol Yorke e Cole. In finale la rimonta fu addirittura ancor più clamorosa. Al Camp Nou di Barcellona il Bayern di Monaco passò in vantaggio dopo pochi minuti di gioco con la prodezza balistica di SuperMario Bassler, e solo i legni impedirono a Scholl e Jancker di raddoppiare. Nei minuti di recupero accadde qualcosa di incredibile. In soli 60″, da due corner di Beckham, le punte di riserva Sheringham e Solskjaer con un uno-due micidiale, strapparono la coppa dalle mani dei tedeschi e  regalarono a tutta Manchester una felicità immensa.

2003
– E’ l’anno che vide tre italiane in semifinale. In una delle due semifinali il Milan di Ancelotti si fece beffa dell’Inter di Cuper solo grazie ad un gol siglato in trasferta. Mazzata dura da digerire per i nerazzurri ed episodio strafavorevole per il Milan, d’altronde il derby in casa o fuori si gioca sempre sullo stesso campo. Nei minuti finali poi Abbiati si superò respingendo miracolosamente su Kallon prima e Cordoba poi. La finale di Manchester tra Milan e Juve è stata forse la più brutta dell’ultimo decennio ed è stata risolta a favore dei rossoneri solo ai calci di rigore. Lo stesso Milan vincitore,  a pochi secondi dalla conclusione dei quarti di finale era fuori. Il 2 a 2 a San Siro avrebbe premiato l’Ajax che non aveva fatto i conti con il pallonetto di Inzaghi. Il tocco sulla riga di Tomasson (peraltro al limite del fuorigioco) è solo un dettaglio. I tifosi del Diavolo considerano quel gol fondamentale di SuperPippo.


2004 – E’ l’anno in cui si salì alla ribalta un allenatore che avrebbe vinto poi tutti i campionati europei più importanti. Si tratta di Josè Mourinho, che condusse il suo Porto alla conquista della Champions (l’anno prima aveva vinto l’Uefa). Chissà se la carriera di Mou sarebbe stata la stessa se agli ottavi di finale se ne fosse ritornato a casa! Dopo il 2 a 1 casalingo con il Manchester United, al ritorno i Diavoli Rossi stavano comandando 1 a 0 fino al 94esimo. Il portoghese Costinha (che qualche anno dopo avrebbe vestito la maglia dell’Atalanta) riuscì a buttarla dentro permettendo alla sua squadra di proseguire il cammino che sarebbe stato vincente. La finale tra Porto e Monaco a Gelsenkirchen terminò col punteggio di 3 a o, grazie alle reti di Carlos Alberto, Deco, Alenichev (ex Roma).

2005 – Istanbul amarissima per il Milan. Emozioni contrastanti per un finale sportivamente tragico. Il Liverpool di Rafa Benitez stava soccombendo per 3 reti a 0 alla fine del primo tempo per colpa di Maldini e della doppietta di Crespo. La leggenda narra che i rossoneri stapparono bottiglie di champagne e festeggiarono già nell’intervallo. I cori arrivarono fin nello spogliatoio inglese. Toccati nell’orgoglio i calciatori del Liverpool dopo pochissimi minuti della ripresa riuscirono ad agguantare un pareggio che sembrava impossibile, per merito di Gerrard, Smicer e Xabi Alonso. Ai supplementari poi a mezzo metro dalla riga di porta Shevchenko sparò sul braccio proteso di Dudek. Partita segnata. I rigori premiarono i Reds. E pensare che gli Inglesi avevano rischiato di dover salutare la competizione già nel girone. Solo alla sesta giornata l’exploit contro l’ Olympiacos regalò loro il secondo posto nel gruppo che valse gli ottavi proprio ai danni dei Greci.

2007 – Vinse il Milan che si prese la rivincità sul Liverpool grazie al doppio colpo sferrato da Inzaghi nella finale di Atene. Il Diavolo fu costretto a partire dai preliminari a causa della penalizzazione che gli fu inflitta in seguito a Calciopoli, ma riuscì ad arrivare fino in fondo. Il punto più difficile si verificò quando agli ottavi il piccolo Celtic fece sudare ai rossoneri sette camicie. All’andata in Scozia fu 0 a 0, risultato replicato poi a San Siro. Ai supplementari un assolo di Kakà, che concluse poi la stagione alzando il pallone d’oro, regalò al Milan i quarti di finale.

2008 – Dopo nove anni il Manchester ritornò ad alzare la coppa con le grandi orecchie. Uno squadrone con un attacco stellare, composto da Cristiano Ronaldo, Rooney e Tevez. Un bolide di Scholes proiettò lo United in finale a Mosca, da giocare contro i connazionali del Chelsea. Ronaldo, capocannoniere di Champions, portò avanti i suoi con un colpo di testa, Lampard fece pari con un tap-in vincente su tiro di Essien. La parità rimase fino al 120esimo minuto. Ai rigori il primo a sbagliare fu proprio CR7 (che già aveva ciccato un tiro dal dischetto in semifinale), fino a quando Terry, capitano dei Blues, si incaricò dell’ultimissimo rigore. Avesse segnato il Chelsea sarebbe stato campione, lo United sconfitto. Ronaldo era già in lacrime. Terry però scivolò clamorosamente  sul piede d’appoggio ciabattando la conclusione. A oltranza i Diavoli Rossi segnarono con Giggs e Anderson, poi Van der Saar fece il resto parando il penalty di Anelka.

2009 – Fu la prima volta del Barcellona targato Guardiola, una delle squadre più forti della storia. I Catalani macinarono gioco e demolirono gli avversari fino a quando qualcosa si inceppò in semifinale. Al Camp Nou contro il Chelsea fu solo 0 a 0, al ritorno in terra inglese non fu roba per deboli di cuore. I Blues di Hiddink segnarono con Essien prima che decisioni contestatissime del direttore di gara Ovrebo tennero in vita il Barcellona, quella sera in grande difficoltà. Al 95esimo quello che non t’aspetti. La prodezza di Iniesta da fuori area regalò ai Blaugrana la finale di Roma. Contro il Manchester poi non ci fu storia. 2 a 0 firmato Eto’o-Messi.


2010 – E’ l’anno caro ai tifosi interisti, é l’anno del triplete. Ma che rischio in Champions! Girone eliminatorio che si mise subito male (3 pareggi in 3 partite proprio come la Juve quest’anno) poi a Kiev la scossa. All’ 86esimo la Dinamo era in vantaggio per 1 a 0 grazie alla rete di Shevchenko, e i nerazzurri avevano un piede e mezzo fuori,  i gol in extremis di Milito e Snejder cambiarono il destino dei ragazzi di Mou. La qualificazione agli ottavi arrivò solo all’ultima giornata con la vittoria sul Rubin Kazan. Battendo poi nel doppio confronto sia Chelsea che CSKA Mosca l’Inter si guadagnò la semifinale, contro i campioni in carica del Barcellona, affrontati già nel girone di qualificazione (pareggio 0 a 0 in casa, sconfitta 2 a 0 fuori). La missione era proibitiva eppure i nerazzurri riuscirono nell’impresa. 3 a 1 in casa e soprattutto sconfitta indolore 1 a 0 al Camp Nou, in 10 contro 11 per espulsione esagerata di Thiago Motta, con Eto’o e Milito terzini. L’atto conclusivo si giocò a Madrid, Diego Milito imbucò il pallone due volte nella porta del Bayern Monaco e a Milano fu festa dopo tantissimi anni.

2012 – Quel che è successo lo scorso anno è storia recente. Il Chelsea ha trionfato senza nemmeno sapere il perchè e il per come. Nei quarti di finale al San Paolo di Napoli la sconfitta per 3 a 1 segnò la fine dell’era Villas Boas e l’inizio di quella Di Matteo, ma le possibilità di un approdo ai quarti erano francamente limitate. Il salvataggio sulla linea di Ashley Cole su Maggio che poteva significare il 4 a 1 partenopeo suonò però come un campanello di speranza. Allo Stamford Bridge Drogba si caricò la squadra sulle spalle, il Chelsea riagguantò il risultato e ai supplementari il gol di Ivanovic mandò gli Inglesi in paradiso. In semifinale poi è accaduto qualcosa di impensabile. Il Barcellona riuscì a fare nell’arco delle due partite circa una quarantina di tiri verso lo specchio della porta, i Blues su tre occasioni fecero tre gol. All’andata 1 a 0 per il Chelsea, al ritorno 2 a 2. Ma sul 2 a 0 per il Barcellona, gli Inglesi, addirittura in un uomo in meno furono autori di un vero e proprio miracolo. Ramirez fece l’1 a 2 che avrebbe già significato finale, Messi colse la traversa su rigore, Torres al 94 siglò il punto della sicurezza in contropiede. In finale gli eventi andarono più o meno allo stesso modo. Il Bayern giocava in casa e dopo un pressing asfissiante riuscì a infilzare Cech a pochi minuti dalla fine. Il Chelsea contava zero tiri in porta. Al primo, al minuto 93, fu pareggio! Drogba di testa girò in gol un calcio d’angolo. Supplementari: penalty per i Tedeschi, Robben lo sbagliò. Si andò ai rigori: al quinto tiro era perfetta parità. Il beniamino di casa Schweinsteiger colse il palo, il solito Drogba fece centro. Fu la sua ultima partita in maglia Blues. Fu delirio Chelsea.

Lorenzo Attorresi