Foggia e Taranto da serie B
QUI FOGGIA
Battuta e ridimensionata da una ripresa disastrosa, la Cavese adesso fa davvero meno paura. Ma dopo aver fatto tremare lo Zaccheria, incassando due gol nel primo tempo per evidenti disattenzioni difensive, il Foggia ascolta il suggerimento di D’Adderio e non si culla sugli allori. «La partita non è ancora vinta. Manca ancora un tempo da giocare e a Cava sarà in ogni caso dura» ha precisato l’allenatore molisano-capitolino che è riuscito a ribaltare il risultato di un match messosi malissimo dopo soli tre minuti di gioco per via del gol di Alfano. Ma è innegabile che i cinque gol incassati dalla matricola biancoblù avvicinino l’obiettivo minimo della stagione rossonera.
SOFFRIRE E VINCERE - Inutile nascondersi che nella gara di Cava de’ Tirreni ci sarà ancora da soffrire, come hanno fatto già capire le parole volate negli spogliatoi nel dopo gara e come ha promesso lo stesso Campilongo che non vuole ancora darsi per vinto.
Tuttavia il Foggia avrà una formidabile arma nel confronto spigoloso del « Lamberti » : una solidità difensiva che è già stata una delle chiavi positive di questa complessa stagione dei Satanelli. La seconda migliore difesa del campionato di C, la prima in assoluto del girone B, è pronta a confrontarsi anche con le ipotetiche avversità ambientali di Cava. « Ormai siamo ad un passo dalla finale e non possiamo fallire questo importantissimo obiettivo
- chiarisce il presidente Tullio Capobianco, evidentemente entusiasta per un 5- 2 che nessuno avrebbe potuto immaginare dopo quel primo tempo disastroso per la difesa di casa.
Agevolata certamente dall’espulsione ma molto di più dalla totale rinuncia al gioco della Cavese non appena in inferiorità numerica, la formazione pugliese ha potuto contare sulla capacità dei suoi uomini più importanti di leggere il confronto. Mounard tardivamente inserito sul fianco destro della Cavese e, soprattutto, Ingrosso sul lato opposto per uno Zaccanti incapace di offendere e più volte sorpreso in fase difensiva, hanno letteralmente trasformato il Foggia.
EFFETTO CARDINALE - Al tecnico D’Adderio una mano sostanziale l’ha però data anche Cardinale, non solo per lo splendido gol del primo pareggio, ma anche nell’assalto finale che ha sbriciolato la Cavese. Con la complicità di Princivalli, il generoso centrocampista siciliano ha davvero preso per mano i compagni, innescando di volta in volta Salgado, Mastronunzio e, sugli esterni, Mounard e Ingrosso. « Ero certo che ce l’avremmo fatta a ribaltare la partita - sottolinea il ds Nicola Salerno - La squadra ha fornito una prestazione esemplare nei primi venti minuti e poi per l’intera ripresa. Le polemiche della Cavese? La tensione sale in circostanze come questa, quando ci si gioca un’intera stagione e si perde così. Ma io sono convinto che anche a Cava sarà una bella partita. Noi stiamo in uno splendido momento di forma e difenderemo questa finale sino all’ultimo secondo. Se poi saranno capaci di farci tre gol, applaudiremo».
QUI TARANTO
La leva sulla quale fare forza è un dato: con il Ravenna e lo stesso Avellino, il Taranto è la squadra che nel corso del campionato ha introitato il maggior numero di punti lontano dalle mura amiche. Ventitré, per l'esattezza. La fonte primaria di fiducia è simbolizzata dai novanta minuti giocati domenica scorsa. Una prova talmente positiva, vista dalla parte rossoblu, da aver fecondato un rammarico: non ritrovarsi, nella settimana che porta alla trasferta del Partenio, con un vantaggio più pingue.
NIENTE RIMPIANTI - «In ogni caso non bisogna mai avere rimpianti » , dice Papagni, nel cuore di un lunedì di riposo e riletture. Il tecnico dosa le emozioni del momento. Su un piatto della bilancia, c'è la soddisfazione per una vittoria che consegna al Taranto due risultati su tre (successo e pareggio) in proiezione della partita di ritorno.
Sull'altro c'è la consapevolezza di doversi preparare ad una nuova battaglia e di non poter gestire le proporzioni di un'eventuale sconfitta. Perché una sconfitta, a prescindere dalla sua forma (uno o più gol di scarto), significherebbe chiudere il cassetto dei sogni. « Intanto cerchiamo di conservare equilibrio - ravvisa Papagni - di tener conto che abbiamo offerto un'eccellente prestazione al cospetto di avversari fortissimi, ai quali abbiamo concesso davvero poche situazioni di pericolo. L'impegno è stato notevole, uguale discorso per l'attenzione che abbiamo profuso su ciascun pallone. L'esito ci regala comunque una gioia: giocarci in pieno le nostre chance. Abbiamo macinato strada, adesso occorre completare il percorso» .
ATTACCANTI - Sul sentiero, Papagni medita di recuperare due pedine delle quali, domenica scorsa, non ha potuto disporre, Deflorio e Cammarata, entrambi chiamatisi fuori per via di un infortunio (sciatalgia per il capitano, noie ad un polpaccio per l'ex pescarese).
Un paio di alternative che potrebbero rivelarsi utilissime, in attesa di conoscere quanto tempo impiegherà De Liguori ad assorbire il guaio muscolare lamentato nei minuti finali della gara con gli irpini. «Naturalmente - sottolinea l'allenatore più siamo e meglio è. Però quel che mi preme sottolineare è l'ennesima, straordinaria dimostrazione di valore fornita dal gruppo intero. Sono orgoglioso del comportamento e dell'atteggiamento dei miei ragazzi. Come immagino il match di domenica prossima? Credo che l'Avellino avrà un atteggiamento maggiormente offensivo, per due ordini di ragioni. Giocano in casa, dinanzi ai loro tifosi. Ma soprattutto hanno necessità di segnare, per cercare di ribaltare il risultato dell'andata. Se il Taranto si adeguerà? Noi non dovremo modificare l'atteggiamento esibito allo Iacovone e il nostro modo di interpretare la partita».
Il mattone sul quale il Taranto ha costruito la sua piccola fortuna.
FONTE: CORRIEREDELLOSPORT
|