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  01/06/2007 - INTERVISTA A FERNANDO TORRES, TALENTO DELL'ALTLETICO MADRID


"Studio il Milan, un giorno verrò in Italia"

Torres: «Da voi è tutto più difficile, ora resto all’Atletico, in futuro vedremo»

Il suo presente è all’Atletico Madrid, ma Fernando Torres non esclude un futuro in Ita­lia. Dice che ha altri due anni di contratto e che, se ci sarà separazione, entrambe le parti dovran­no essere contente. Sembra un messaggio per i grandi club, tra cui il Milan, che lo hanno cerca­to in passato.

Fernando Torres, lei è considerato una bandie­ra del suo club. Rimarrà sempre all’Atletico?

«Attualmente i dirigenti sono soddisfatti di me ed io sono molto legato alla società. Il mio contratto scade tra due stagioni e solo se il club ed io sare­mo d’accordo me ne andrò».

In passato come è riuscito a rinunciare alle of­ferte di Milan, Chelsea e Real Madrid?

«Non ho fatto poi così tanta fatica... (sorride). I miei rappresentanti (la società Bahia Internacio­nal, ndr) mi hanno comunicato che la scorsa esta­te due candidati alla presidenza del Real si erano messi in contatto con loro. La risposta fu che do­vevano parlare con l’Atletico. Quanto al Chelsea, non sono stato messo a conoscenza di nessuna of­ferta ».

Ed il Milan?
«Sui giornali sono ormai cinque anni che leggo del suo interessamento, ma non so se ci sono o ci sono state trattative».

Non le piacerebbe provare un’esperienza al­l’estero?

«Sono felice nell’Atletico e ora non penso ad an­darmene. Vedremo quello che succederà».

La sua attuale clausola di rescissione è di 40 mi­lioni di euro mentre prima al rinnovo della scor­sa estate era addirittura di 90.

«L’abbiamo abbassata d’accordo con i dirigenti per darmi una valutazione “logica”, in linea con il mercato, ma i soldi sono la cosa meno importan­te nel nostro rapporto. Francamente non so se valgo così tanto. Lo dicono i dirigenti ed i tecnici, non io».

Cosa significa per lei giocare nell’Atletico Ma­drid?

«Fin da bambino sono tifoso dell’Atletico. Per me è un orgoglio vestire questa maglia».

E’ difficile non giocare la Champions?
«Sì perché non mi piace vedere le partite di Champions davanti alla televisione. Ma sono con­vinto che presto ci giocherò con l’Atletico».

Come considera finora la vostra stagione?
«L’obiettivo era fare un passo in avanti rispetto al­lo scorso anno e disputare la prossima Coppa Uefa. A due giornate dalla fine della Liga ab­biamo un punto di vantaggio sulla settima (il Villarreal ndr). Mantenendo il sesto posto, ci qualificheremo».

Qual è la sua favorita per la vittoria della Liga?
«Il Barcellona. Nelle ultime giornate ha soffer­to un calo fisico ed è stato rimontato, ma ha la squadra più forte. Il Real, poi, ha un calenda­rio più difficile».

Dall’esterno come giudica il “ritorno” del Re­al Madrid di Capello?

«Il merito della rimonta è soprattutto dei giocato­ri (stoccata a Capello con cui non ha buoni rap­porti, ndr). Il Real è una squadra con una straor­dinaria qualità, dotata di talento, personalità e spirito di gruppo, tutte doti che ha dimostrato in questo ultimo terzo della Liga».
Sa spiegarci perché nella Liga Cannavaro non ha giocato da Pallone d’Oro?
«Non ho seguito tutte le sue partite, ma il modo di difendere in Italia è differente rispetto a quello della Liga. Da voi i difensori giocano più compat­ti e ci sono meno spazi per gli avversari».

Perché in passato gli spagnoli hanno faticato in Italia?

«Il modo di giocare è diverso. Me lo hanno con­fermato José Mari e Javi Moreno che sono stati miei compagni all’Atletico: loro dicono che il cal­cio italiano è molto tattico e ricco di disciplina».

Quali sono i migliori talenti spagnoli del mo­mento?

«Cesc Fabregas dell’Arsenal, Iniesta del Barcel­lona e Silva del Valencia sono giovani, ma sono già delle realtà. I centrocampisti Raul Garcia del­l’Osasuna e Javi Martinez dell’Atletico Bilbao si stanno imponendo all’attenzione generale. Tra i campioni d’Europa dell’Under 19 spagnola mi piacciono Fran Merida, centrocampista ora al­l’Arsenal, e Ignacio Camacho, centrocampista di­fensivo dell’Atletico Madrid».

Ha seguito il campionato italiano?
«Sì. L’Inter non ha avuto rivali ed ha vinto con merito, ma io guardo soprattutto le partite del Mi­lan. Credo che con il ritorno della Juventus in se­rie A il campionato sarà ancora più equilibrato».

Cristiano Ronaldo, Ronaldinho, Ibrahimovic, Kakà: chi è il suo favorito per il Pallone d’Oro?

«Io lo darei a Paolo Maldini. La sua carriera, le sue vittorie e le sue qualità meriterebbero un ri­conoscimento così importante».

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