"Studio il Milan, un giorno verrò in Italia"
Torres: «Da voi è tutto più difficile, ora resto all’Atletico, in futuro vedremo»
Il suo presente è all’Atletico Madrid, ma Fernando Torres non esclude un futuro in Italia. Dice che ha altri due anni di contratto e che, se ci sarà separazione, entrambe le parti dovranno essere contente. Sembra un messaggio per i grandi club, tra cui il Milan, che lo hanno cercato in passato.
Fernando Torres, lei è considerato una bandiera del suo club. Rimarrà sempre all’Atletico?
«Attualmente i dirigenti sono soddisfatti di me ed io sono molto legato alla società. Il mio contratto scade tra due stagioni e solo se il club ed io saremo d’accordo me ne andrò».
In passato come è riuscito a rinunciare alle offerte di Milan, Chelsea e Real Madrid?
«Non ho fatto poi così tanta fatica... (sorride). I miei rappresentanti (la società Bahia Internacional, ndr) mi hanno comunicato che la scorsa estate due candidati alla presidenza del Real si erano messi in contatto con loro. La risposta fu che dovevano parlare con l’Atletico. Quanto al Chelsea, non sono stato messo a conoscenza di nessuna offerta ».
Ed il Milan?
«Sui giornali sono ormai cinque anni che leggo del suo interessamento, ma non so se ci sono o ci sono state trattative».
Non le piacerebbe provare un’esperienza all’estero?
«Sono felice nell’Atletico e ora non penso ad andarmene. Vedremo quello che succederà».
La sua attuale clausola di rescissione è di 40 milioni di euro mentre prima al rinnovo della scorsa estate era addirittura di 90.
«L’abbiamo abbassata d’accordo con i dirigenti per darmi una valutazione “logica”, in linea con il mercato, ma i soldi sono la cosa meno importante nel nostro rapporto. Francamente non so se valgo così tanto. Lo dicono i dirigenti ed i tecnici, non io».
Cosa significa per lei giocare nell’Atletico Madrid?
«Fin da bambino sono tifoso dell’Atletico. Per me è un orgoglio vestire questa maglia».
E’ difficile non giocare la Champions?
«Sì perché non mi piace vedere le partite di Champions davanti alla televisione. Ma sono convinto che presto ci giocherò con l’Atletico».
Come considera finora la vostra stagione?
«L’obiettivo era fare un passo in avanti rispetto allo scorso anno e disputare la prossima Coppa Uefa. A due giornate dalla fine della Liga abbiamo un punto di vantaggio sulla settima (il Villarreal ndr). Mantenendo il sesto posto, ci qualificheremo».
Qual è la sua favorita per la vittoria della Liga?
«Il Barcellona. Nelle ultime giornate ha sofferto un calo fisico ed è stato rimontato, ma ha la squadra più forte. Il Real, poi, ha un calendario più difficile».
Dall’esterno come giudica il “ritorno” del Real Madrid di Capello?
«Il merito della rimonta è soprattutto dei giocatori (stoccata a Capello con cui non ha buoni rapporti, ndr). Il Real è una squadra con una straordinaria qualità, dotata di talento, personalità e spirito di gruppo, tutte doti che ha dimostrato in questo ultimo terzo della Liga».
Sa spiegarci perché nella Liga Cannavaro non ha giocato da Pallone d’Oro?
«Non ho seguito tutte le sue partite, ma il modo di difendere in Italia è differente rispetto a quello della Liga. Da voi i difensori giocano più compatti e ci sono meno spazi per gli avversari».
Perché in passato gli spagnoli hanno faticato in Italia?
«Il modo di giocare è diverso. Me lo hanno confermato José Mari e Javi Moreno che sono stati miei compagni all’Atletico: loro dicono che il calcio italiano è molto tattico e ricco di disciplina».
Quali sono i migliori talenti spagnoli del momento?
«Cesc Fabregas dell’Arsenal, Iniesta del Barcellona e Silva del Valencia sono giovani, ma sono già delle realtà. I centrocampisti Raul Garcia dell’Osasuna e Javi Martinez dell’Atletico Bilbao si stanno imponendo all’attenzione generale. Tra i campioni d’Europa dell’Under 19 spagnola mi piacciono Fran Merida, centrocampista ora all’Arsenal, e Ignacio Camacho, centrocampista difensivo dell’Atletico Madrid».
Ha seguito il campionato italiano?
«Sì. L’Inter non ha avuto rivali ed ha vinto con merito, ma io guardo soprattutto le partite del Milan. Credo che con il ritorno della Juventus in serie A il campionato sarà ancora più equilibrato».
Cristiano Ronaldo, Ronaldinho, Ibrahimovic, Kakà: chi è il suo favorito per il Pallone d’Oro?
«Io lo darei a Paolo Maldini. La sua carriera, le sue vittorie e le sue qualità meriterebbero un riconoscimento così importante».
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