Moratti parlerà con Abramovich, idea Sheva?
Altro che fantamercato, o trattativa fantasiosa come sostiene qualcuno, in realtà è tutto reale e concreto. Anche ieri, infatti, fra Inter e Chelsea sono proseguiti i contatti telefonici: argomento, naturalmente, lo scambio di prestiti fra Adriano e Shevchenko. Ancora una volta, i due club hanno confermato l'idea di approfondire il discorso, tuttavia, nelle ultime ore, a conferma che la trattativa potrebbe prendere corpo da un momento all'altro, le parti hanno convenuto, che per arrivare a una svolta, dovranno scendere in campo i due proprietari, ovvero Massimo Moratti e Roman Abramovich. Informato dai suoi uomini di fiducia, il presidente nerazzurro non ha esitato a dare la sua disponibilità per un contatto diretto con il magnate russo, con la finalità di sgomberare il campo da ogni dubbio o ostacolo in una trattativa che, al di là di un esito positivo o meno, resta già di per sé clamorosa.
DICHIARAZIONI - Insomma, da quanto è emerso, la spinta decisiva allo scambio Sheva-Adriano potrebbe arrivare da una telefonata di Moratti ad Abramovich e, tenendo conto degli ottimi rapporti fra i due club, peraltro confermati anche dall'affare- Crespo, ci sono buone possibilità di arrivare ad una fumata bianca. Con buona pace del Milan, a cui il presidente nerazzurro rifilerebbe un impareggiabile smacco. Intanto, nonostante dalle colonne del Sun l'attaccante ucraino manifesti il proposito di rimanere a Londra ( «Ho solo avuto bisogno di ambientarmi, vedrete che l'anno prossimo andrà meglio » , ma si tratta di concetti già espressi anche poche settimane fa), la sua permanenza al Chelsea non sembra così scontata, almeno alla luce delle parole di Josè Mourinho. Il tecnico portoghese, infatti, sempre secondo quanto riportato dal Sun, oltre a dirsi certo della sua conferma sulla panchina dei Blues, lascia aperti diversi interrogativi sul futuro di Sheva: «Se dimostra davvero di voler restare qui e conserva il suo desiderio di migliorare, allora tutti saranno pronti a dargli una mano per diventare un giocatore migliore» . Non si tratta certo della più spontanea dimostrazione di affetto e di stima nei confronti dell'ucraino.
CASO-IBRA - A proposito di attaccanti, al centro dell'universo nerazzurro ci sono sempre Zlatan Ibrahimovic e mille risvolti dei suoi comportamenti. Dopo l'allarme scattato domenica sul riacutizzarsi di problemi fisici, ieri, lo svedese ha provato a ridimensionare la faccenda:
«E' vero che provo dolore. Non all'inguine, però, quanto ai muscoli della zona attorno. Ma è del tutto normale dopo che nell'allenamento di venerdì ho lavorato con più forza e impegno ». Il problema è che, dopo essere rimasto a guardare con la Danimarca, adesso Ibra vuole giocare contro l'Islanda anche solo per uno scorcio di gara ( «Penso di poter reggere 20'-30'» ). La conferma è arrivata dal ct Lagerback: «Il desiderio di Zlatan è quello di scendere in campo, ma non intendiamo rischiare. Decideremo solo all'ultimo e dipenderà anche dai medici, secondo, cui, comunque, Ibrahimovic avrebbe potuto giocare anche con la Danimarca». Di diverso, avviso, naturalmente l'Inter, che, da Milano, monitorizza la situazione con una certa apprensione. Prima di lasciare l'Italia, infatti, lo staff medico nerazzurro si era raccomandato con Ibra, consigliandogli di non forzare nel modo più assoluto.
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