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  05/06/2007 - SCAMBI MILANO-LONDRA


Moratti parlerà con Abramovich, idea Sheva?

Altro che fantamer­cato, o trattativa fantasiosa co­me sostiene qualcuno, in realtà è tutto reale e concreto. Anche ieri, infatti, fra Inter e Chelsea sono proseguiti i contatti telefo­nici: argomento, naturalmente, lo scambio di prestiti fra Adria­no e Shevchenko. Ancora una volta, i due club hanno confer­mato l'idea di approfondire il discorso, tuttavia, nelle ultime ore, a conferma che la trattati­va potrebbe prendere corpo da un momento all'altro, le parti hanno convenuto, che per arri­vare a una svolta, dovranno scendere in campo i due pro­prietari, ovvero Massimo Mo­ratti e Roman Abramovich. In­formato dai suoi uomini di fi­ducia, il presidente nerazzurro non ha esitato a dare la sua di­sponibilità per un contatto di­retto con il magnate russo, con la finalità di sgomberare il campo da ogni dubbio o ostaco­lo in una trattativa che, al di là di un esito positivo o meno, re­sta già di per sé clamorosa.

DICHIARAZIONI - Insomma, da quanto è emerso, la spinta deci­siva allo scambio Sheva-Adria­no potrebbe arrivare da una te­lefonata di Moratti ad Abramo­vich e, tenendo conto degli otti­mi rapporti fra i due club, pe­raltro confermati anche dall'af­fare- Crespo, ci sono buone possibilità di arrivare ad una fumata bianca. Con buona pace del Milan, a cui il presidente nerazzurro rifilerebbe un im­pareggiabile smacco. Intanto, nonostante dalle colonne del Sun l'attaccante ucraino mani­festi il proposito di rimanere a Londra ( «Ho solo avuto biso­gno di ambientarmi, vedrete che l'anno prossimo andrà me­glio » , ma si tratta di concetti già espressi anche poche setti­mane fa), la sua permanenza al Chelsea non sembra così scon­tata, almeno alla luce delle pa­role di Josè Mourinho. Il tecni­co portoghese, infatti, sempre secondo quanto riportato dal Sun, oltre a dirsi certo della sua conferma sulla panchina dei Blues, lascia aperti diversi in­terrogativi sul futuro di Sheva: «Se dimostra davvero di voler restare qui e conserva il suo de­siderio di migliorare, allora tut­ti saranno pronti a dargli una mano per diventare un giocato­re migliore» . Non si tratta certo della più spontanea dimostra­zione di affetto e di stima nei confronti dell'ucraino.

CASO-IBRA - A proposito di at­taccanti, al centro dell'univer­so nerazzurro ci sono sempre Zlatan Ibrahimovic e mille ri­svolti dei suoi comportamenti. Dopo l'allarme scattato dome­nica sul riacutizzarsi di proble­mi fisici, ieri, lo svedese ha pro­vato a ridimensionare la fac­cenda:
«E' vero che provo dolo­re. Non all'inguine, però, quan­to ai muscoli della zona attor­no. Ma è del tutto normale dopo che nell'allenamento di venerdì ho lavorato con più forza e im­pegno ». Il problema è che, do­po essere rimasto a guardare con la Danimarca, adesso Ibra vuole giocare contro l'Islanda anche solo per uno scorcio di gara ( «Penso di poter reggere 20'-30'» ). La conferma è arriva­ta dal ct Lagerback: «Il deside­rio di Zlatan è quello di scende­re in campo, ma non intendia­mo rischiare. Decideremo solo all'ultimo e dipenderà anche dai medici, secondo, cui, co­munque, Ibrahimovic avrebbe potuto giocare anche con la Danimarca». Di diverso, avvi­so, naturalmente l'Inter, che, da Milano, monitorizza la situazio­ne con una certa apprensione. Prima di lasciare l'Italia, infat­ti, lo staff medico nerazzurro si era raccomandato con Ibra, consigliandogli di non forzare nel modo più assoluto.