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  14/10/2007 - Donadoni dopo la vittoria sulla Georgia


"Con la Scozia come la finale mondiale"


E' un Roberto Donadoni sollevato dopo la vittoria di Genova sulla Georgia, ma anche consapevole che comunque il destino europeo dell'Italia si deciderà a Glasgow, il 17 novembre. "E' un po' come una finale di un Mondiale - spiega il cittì -: in 90' ci giochiamo un intero anno di lavoro". Poi, torna sulle parole di Lippi, che ha lasciato le porte aperte a un bis azzurro. "Avrei detto le stesse cose, è legittimo".
Manca un mese e spicci; un sospiro per chi non ha la testa fissa a quell'appuntamento, una vita per Roberto Donadoni e la sua Italia. A Glasgow si deciderà tutto, forse anche il destino di un giovane allenatore che ha accettato di curvare le spalle sotto il peso di un'eredità insopportabile per chiunque. Scozia-Italia vale un Europeo, a meno di improbabili capitomboli francesi, e molto probabilmente un pezzo di carriera per l'ex rossonero. "E' la nostra finale, tutto in 90' - conferma l'interessato, con tanto di metafora lippiana -: come quando fai una corsa alla Coppa del Mondo, e poi ti giochi tutto in una partita. Noi ci giochiamo un anno di lavoro".

Già, una finale mondiale come quella giocata e vinta dagli azzurri in quel di Berlino, agli ordini del comandante Marcello. Proprio lo stesso ex timoniere che nella giornata di sabato, a poche ore dall'appuntamento di Genova con la Georgia, ha fatto sapere che quella panchina un po' gli manca, che non sarebbe capace di dire di no se qualcuno da via Allegri lo richiamasse in trincea. "'E' legittimo - commenta Donadoni -, lo avrei detto anche io: è nelle cose, nella vita di un allenatore". A nanna le polemiche, dunque, e il chiodo fisso scozzese che torna a picchiare in testa, come un ritornello angosciante. "Ho visto dal vivo l'andata contro la Georgia - ricorda il cittì, cercando di tracciare l'identikit del 'nemico' -, non meritava di vincere ma risolse in chiusura con un tiro da lontano. E' una squadra che si trasforma in casa, ha entusiasmo ma anche organizzazione di gioco e capacità di ripartire: ieri l'Ucraina l'ha messa in difficoltà imponendo il gioco. Non dovremo snaturare il nostro, ma comportarci nello stesso modo. Siamo superiori tecnicamente, ma a Glasgow servirà una grande Italia. Anche nello spirito". Manca un mese, magari quello buono per arrivare in condizioni ottimali alla 'sua' finalissima. Donadoni spera possa essere così e non nasconde di aspettarsi molto dai papabili azzurri in questi trenta giorni abbondanti. "Ci conto molto - ammette -, spero di recuperare giocatori e avere tutti al top. Ora siamo in seconda posizione, niente male per lo sprint finale. Vediamo di dare l'ultima accelerata...". Senza pensare a Lippi o a chicchessia, con quella meravigliosa ossessione di arrivare in fondo, a giocarsi un'altra carta in Svizzera e Austria.