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  24/10/2007 - CHAMPIONS: WERDER-LAZIO 2-1


La Lazio cade a Brema
ma nulla è compromesso


I biancocelesti escono sconfitti 2-1 dal Weserstadion: il Werder segna nel primo tempo con Sanogo e in avvio di ripresa con Almeida, non basta il gol nel finale di Manfredini. Adesso il ritorno con i renani del 6 novembre diventa decisivo: servirà una vittoria

La Lazio cade a Brema. Perde 2-1 contro una squadra, quella tedesca, che si è dimostrata più forte e più in salute. La qualificazione non è certo compromessa, ma la sconfitta relega la squadra di Rossi all'ultimo posto del girone C. Per fortuna l'Olympiakos è caduto a Madrid nel finale. Per il secondo posto è lotta a tre. L'assenza di quattro titolari ha messo a nudo tutti i limiti tecnici prima ancora che di esperienza internazionale dei biancocelesti. Contro una squadra fisica come il Werder, seconda in Bundesliga, la Lazio ha tenuto botta grazie ai muscoli e alla grinta della cerniera di centrocampo Mudingayi-Mutarelli, ma in difesa ha sofferto, e tanto, l'attacco tedesco, che ha vinto il confronto con quello biancoceleste (a segno sia Sanogo che Almeida). Stavolta Rocchi e Pandev non hanno fatto la differenza e per la Lazio, che per il resto non ha giocatori in grado di fare la differenza a livello internazionale, non c'è stato scampo. Peccato, perchè i padroni di casa, obbligati a vincere, avevano tutto da perdere e tanta pressione addosso. La Lazio non ha avuto la personalità per non farsi schiacciare e inevitabilmente finire sotto: nella ripresa i tedeschi, che hanno una difesa rivedibile, hanno concesso occasioni che sullo 0-0 avrebbero avuto tutt'altro significato. Comunque la Lazio ha dimostrato al solito carattere, riuscendo nel finale ad accorciare le distanze con Manfredini e facendo venire qualche brivido al pubblico del Weserstadion.

SOFFERENZA - Il primo tempo della Lazio è di sofferenza. Come si immaginava. I tedeschi per tornare in corsa in ottica qualificazione devono vincere. E attaccano come forsennati. Senza grande ordine, ma la difesa della Lazio è decimata: mancano i centrali titolari, Cribari e Siviglia, e Ballotta non può certo stare tranquillo. Però i biancocelesti nei primi 20-25' non si arroccano, e pur schiacciati nella loro metà campo, quando ripartano non buttano mai via palla, cercando i piedi buoni di Meghni, rilanciato a sorpresa da Rossi da vice-Mauri come fionda per gli effervescenti Rocchi e Pandev. Ma gli attaccanti ospiti non riescono a essere incisivi più di tanto: la difesa dei renani non sembra niente di irresistibile, però i lenti Naldo e Mertesacker la buttano sul fisico e hanno la meglio sui pesi mosca avversari. Più che a palle-gol si assiste a scaramucce: Naldo pericoloso di testa, Ballotta che sfiora il suicidio sportivo rinviando sulla testa di Almeida (fuori) e Kolarov, il più pericoloso dei suoi, che prende di mira l'incerto portiere Wiese (ricordate la papera contro la Juventus?) da ogni posizione, con il suo sinistro esplosivo. Poi dal 25', il Werder si fa sotto sul serio. Arrembante e pericoloso. Con Diego, il più talentuoso dei suoi, che elude il fuorigioco un paio di volte, ma spreca.

LO SVANTAGGIO - La rete tedesca è nell'aria. E arriva. Puntuale. La segna il centravanti ivoriano Sanogo, che lascia sul posto Zauri con l'inserimento centrale e di sinistro trafigge Ballotta. A fine primo tempo il Werder va vicino al raddoppio con Fritz, che sottomisura spara su Ballotta, stavolta bravo.

IL RADDOPPIO TEDESCO - Rossi dopo 5' della ripresa cambia modulo e tattica. Fuori Meghni, felpato ma poco concreto, dentro Del Nero. Che però non svaria da fantasista, ma si sistema sulla fascia destra, cercando di rientrare sul sinistro. Il copione non cambia. il Werder attacca, la Lazio contiene e (quando ci riesce) riparte. Almeida prima sfiora il gol, poi lo trova con il suo sinistro potente correggendo in rete di prima intenzione un invitante cross da destra. Sipario.

L'OCCASIONE - L'occasione più nitida per la Lazio se la ritrova Pandev sul prediletto sinistro. Il macedone, lanciato da Mutarelli, elude il fuorigioco ma si fa ipnotizzare da Wiese in uscita. Peccato. Per l'esecuzione e perchè questo schema riesca per la prima volta solo dopo un'ora di gioco. Dopo poco sarà sostituito da Makinwa, come il "gemello" d'attacco Rocchi, rimpiazzato da Tare. Rocchi se la prenderà anche un po' per il cambio.

MANFREDINI ACCORCIA - Adesso ci sono più spazi, da entrambe le parti. Il gol lo trova Manfredini, che ribadisce in rete una punizione di Kolarov respinta da Wiese. Nel finale la Lazio prova il colpaccio, ma qualche fuorigoco dubbio ne frena le ambizioni. Per il discorso qualificazione tappa già decisiva il 6 novembre all'Olimpico di Roma con la rinvincita di stasera.

GASPORT