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  05/12/2007 - ULTIMISSIME DALLA C


Quì Taranto

TARANTO-In attesa della decisione della corte federale di giustizia, in merito al ricorso presentato dal sodalizio rossoblu contro la sconfitta a tavolino e i quattro turni a porte chiuse dopo i fatti di Taranto-Massese, il presidente Blasi, in Portogallo per motivi di lavoro, così spiega la decisione di mettere in vendita la società : " Francamente non mi diverto più - attacca il numero uno del club rossoblu. Il sistema calcio non cambia ed io mi sono stancato di combattere da solo contro i mulini a vento." Sono parecchi i motivi che hanno portato Blasi a questa drastica decisione, in primis quello della violenza : " Le scene di violenza di Taranto-Massese mi hanno disgustato. Addirittura abbiamo visto gli ultras picchiare i tifosi della gradinata, una cosa di una gravità assoluta. Questo non è più calcio, c' è gente che frequenta gli spalti solo per provocare disordini. E poi a pagare sono sempre le società. E paga anche la stragrande maggioranza della tifoseria tarantina, che va allo stadio per godersi lo spettaccolo calcistico ed incitare i colori rossoblu. Invece per colpa di pochi delinquenti questo non è più possibile. Questa non solo non è cultura sportiva ma, a mio avviso, non è nemmeno cultura di vita." E proprio quello della responsabilità oggettiva è un altro tasto che non va giù all' imprenditore manduriano : " Le società sono le prime vittime dei violenti, eppure devono sopportare decisioni che compromettono un' intera stagione. Anche a Bergamo la partita è stata interrotta, ma il match sarà ripetuto. Il Taranto deve pagare il conto di quei violenti che ha sempre combattuto. La verità è che siamo disarmati dinanzi a gente che non ha nulla da perdere." Lo stesso Blasi, poi, si dice amareggiato anche dagli attacchi mediatici posti in atto da una parte dell' informazione video locale, così come si legge dal comunicato diffuso dal sodalizio jonico. Infine la questione e la messa a norma dello stadio Iacovone." Lo stadio è un altro grande problema - continua Blasi - Non è a norma e questo pregiudica qualsiasi tipo di programmazione. Ed è grave che la questione non venga affrontata con la dovuta attenzione". E adesso cosa succederà ?: " Vado avanti sino al 30 giugno, onorando gli impegni presi. Chi vorrà subentrare potrà parlare tranquillamente con i miei commercialisti: io in questo calcio non mi ci ritrovo più."

COSIMO GALEONE (tuttalac.it)