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  27/12/2007 - IL CASO


Uno in Israele, l'altro in Siria, gemelli divisi dal muro d'odio

Fratelli gemelli brasiliani, calciatori professionisti, entrambi in Medio Oriente e geograficamente vicini, eppure divisi da un muro invalicabile, neppure via telefono. E' la storia natalizia di Romulo e Rodrigo Antoneli, 25enni nati a Inhumas, una zona montuosa nel cuore del Brasile, arrivati da questa parte del mondo l’estate scorsa per cercare di far fortuna nel calcio. Ma da quel giorno i loro contatti si sono fatti sempre più sporadici, fino a cessare quasi del tutto. Malgrado siano, infatti, a poche ore di distanza - Romulo, un attaccante tutta forza e velocità, ha firmato un contratto per il Beitar Jerusalem, mentre il fratello Rodrigo, un roccioso difensore, gioca per una squadra di Damasco – i due gemelli non riescono a tenersi in contatto per via dello storico conflitto fra Siria e Israele, iniziato negli anni Settanta e che vede ancora i due Paesi in una situazione molto delicata, con il confine tuttora minato e controllato da una forza di interposizione delle Nazioni Unite.

GEMELLI DIVISI - "A Rodrigo non posso neanche spedire una lettera – ha raccontato Romulo Antoneli al "Daily Telegraph", che lo ha rintracciato a Gerusalemme – o nemmeno fargli una telefonata. Mi sembra così assurdo. Davvero non riesco a capire come sia possibile che delle persone che vivono in due Paesi confinanti non possano neanche parlarsi. L’unico modo in cui riusciamo a comunicare è attraverso Skype, ma anche in questo caso ci sono spesso dei problemi, perché da lui la connessione internet funziona bene solo la sera, così tante volte dobbiamo aspettare fino a notte fonda per cercare di parlare, ma con la fatica che facciamo agli allenamenti, non è sempre facile rimanere svegli fino a tardi”. A conferma di quanto male funzioni in Siria Skype, il giornale inglese non è riuscito a raggiungere Rodrigo per sentire così anche la sua metà della storia, mentre Romulo, che sta facendo benissimo in Israele (è il capocannoniere del campionato con 8 centri), è tornato in Brasile per Natale, senza però sapere se l’adorato fratello sarebbe stato a casa insieme a lui.

QUALITA' - "In Brasile giocavo per delle buone squadre – ha raccontato ancora Romulo – ma qui la qualità è molto più elevata, come dimostrano i tanti giocatori israeliani che militano in Premier League, nel Liverpool e nel Chelsea, o i club che disputano la Champions League o la Coppa Uefa". Per l’attaccante brasiliano, la lingua è stata sicuramente un ostacolo, visto che il giovane Antoneli parlava solo portoghese e masticava giusto un po’ di inglese. Poi è riuscito ad imparare qualche parola, tanto da reggere un minimo di conversazione con i compagni, anche se la "saudade" si è fatta sentire lo stesso, complice la lontananza dalla famiglia e dal gemello. Come tutti i giocatori, Romulo vive in un appartamento dotato di ogni comfort, fra cui un televisore con maxischermo piatto, sempre sintonizzato su un canale che trasmette le partite di calcio, mentre le foto della giovane moglie Janaina e della figlioletta Pietra, di sei mesi, sono in bella mostra sul tavolino da caffè, insieme ai regali per i parenti brasiliani, che non vedono l’ora di rivederlo. Anche Rodrigo vorrebbe poter riabbracciare il fratello, ma in questo caso la ragion di stato rischia di avere la meglio sui legami di sangue.

Simona Marchetti (gazzetta.it)