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  13/02/2008 - SOLDI SPESI MALE?


Delusione Napoli
46 milioni e non sentirli


De Laurentiis ha investito , la squadra non ha compiuto il salto di qualità. La sconfitta di Genova ha evidenziato nuovamente tutti i limiti della squadra, che i nuovi arrivi non hanno risolto. Ecco i perché del mancato decollo.

La sconfitta di Genova ha evidenziato nuovamente tutti i limiti strutturali del Napoli. Nemmeno i nuovi acquisti sono serviti a invertire la tendenza. Qualche interrogativo, allora, è lecito porselo.
1
Perché la critica punta sempre Reja e Marino senza mai attaccare Aurelio De Laurentiis?
Perché il presidente è l’unico ad aver dimostrato di poter essere da Napoli avendo rispettato tutti gli impegni assunti, finora. Lui, che non è un grande esperto in materia, ha messo a disposizione di Marino una quantità industriale di euro — 46 milioni — dallo scorso luglio a oggi per rendere competitivo l’organico. Vanamente, racconta l’attualità. Ma lui la sua parte l’ha svolta, fino a oggi.
2
Il mercato di gennaio non è servito, finora, a determinare il salto di qualità nonostante i 20 milioni investiti. Non sarebbe stato più indicato prendere un esterno sinistro e un attaccante?
Sì, ma ancora una volta s’è persa l’occasione per migliorare quei ruoli che tutt’ora non presentano alternative valide. Lavezzi ha qualità indiscusse, ma non è continuo nel rendimento. E quando non gira lui, il Napoli appare ancora più anonimo. Specialmente lontano dal San Paolo (1 vittoria, 3 pari e 7 sconfitte). Zalayeta è il capocannoniere della squadra con 7 reti, ma pure lui cade spesso in letargo e Sosa non sempre risponde alle esigenze del momento. Da due anni, poi, non c’è un esterno sinistro. In quel ruolo viene adattato Savini che è un centrale. Con l’arrivo di Pazienza, Gargano scivolerà in panchina: avrebbe dovuto agire dinanzi alla difesa, ma non ha le caratteristiche per farlo.
3
Fino a che punto si può ritenere Reja responsabile di certi risultati?
Questo tecnico ha vinto due campionati di fila e ancora resiste nonostante le continue pressioni dell’ambiente. Ciò, tuttavia, non lo assolve da alcune colpe che riguardano la questione tattica e le scelte. Rispetto al passato, però, questo Napoli è più brillante. Niente di che, è bene chiarirlo. Ma, di tanto in tanto, sa offrire pure prestazioni esaltanti. A proposito di scelte, verrebbe da chiedergli perché contro la Sampdoria non abbia fatto giocare Rullo nel suo ruolo naturale e perchè, invece, abbia preferito snaturare un’altra volta Mannini e Blasi per fare spazio a Gargano.
4
Cosa cambierà nel Napoli che abbandonerà il 3-5-2 per il 4-3-3?
Di sicuro, l’impegno di domenica contro l’Empoli, verrà ricordato come un evento. Perché da sempre s’è sperato in una variazione tattica che potesse rendere più pratico e intraprendete il gioco. Col tridente avanzato, ovviamente, si favorirà la fase offensiva che sottoporrà a un maggior lavoro il centrocampo e la difesa. In porta, ci sarà l’esordiente Navarro.
5
È giusto credere in un piazzamento Uefa o sarebbe meglio pensare alla salvezza?
Logica vorrebbe che dopo aver investito 46 milioni di euro si puntasse ad un traguardo prestigioso: in sintesi, quello che vuole De Laurentiis, i cui litigi con Marino e Reja nascono proprio dalla consapevolezza che questo Napoli non ha né personalità né carattere per emergere. Marino ha acquistato giocatori di medio livello, fatta eccezione per Lavezzi e Hamsik, dispensando ingaggi sostanziosi della durata di 4-5 anni ciascuno. Gli stessi contratti sottoscritti con Bucchi, De Zerbi, Rullo, Dalla Bona, Calaiò che gravano come un macigno sulle casse sociali. La gente è delusa, tant’è che De Laurentiis è stato costretto a dimezzare il prezzo dei biglietti per la gara con l’Empoli: il rischio di ritrovarsi un San Paolo semideserto sarebbe stato altissimo.