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  05/03/2008 - FESTA ROMA, ESPUGNATO IL BERNABEU 2-1


Una Roma da impazzire
Real k.o. al Bernabeu


I giallorossi aprono con Taddei a metà ripresa, poi si fanno riprendere da Raul con un gol in sospetto fuorigioco. Nel recupero il 2-1 di Vucinic che sancisce la qualificazione ai quarti

REAL MADRID-ROMA 1-2
(primo tempo 0-0)
MARCATORI: Taddei (R) al 28', Raul (RM) al 29', Vucinic (R) al 47' s.t.
REAL MADRID (4-2-3-1): Casillas; Michel Salgado (dal 20' s.t. Torres), Pepe, Cannavaro, Heinze; Diarra (16' s.t. Drenthe), Gago; Baptista (dal 40' s.t. Soldado), Guti, Robinho; Raul. (Dudek, Marcelo, Balboa, Higuain). All. Schuster.
ROMA (4-2-3-1): Doni; Cicinho (dal 42' s.t. Panucci), Mexes, Juan, Tonetto; De Rossi, Aquilani; Taddei, Perrotta (dal 31' s.t. Pizarro), Mancini (dal 20' s.t. Vucinic); Totti. (Julio Sergio, Ferrari, Brighi, Giuly). All. Spalletti.
ARBITRO: Vassaras (Gre).
NOTE: stadio esaurito, serata fredda. Espulso Pepe al 26' s.t. per doppia ammonizione. Ammoniti Heinze, Taddei, Perrotta, Cicinho, Guti, Aquilani, Tonetto, Robinho, De Rossi. Recupero 1' p.t., 4' s.t.

Mamma mia che Roma. Gioca alla grande, spreca l’inverosimile, ma vince 2-1 a Madrid dopo una partita a tratti dominata e si qualifica per i quarti di Champions League. E’ la vittoria di Spalletti, di un atteggiamento spavaldo, di un grande gioco, alla faccia di chi diceva che questo tipo di calcio non può produrre grandi risultati. E’ una vittoria che porta la firma di tutti, ma soprattutto di Juan, De Rossi, Aquilani e Vucinic, strepitosi. Ma servirebbe un elenco del telefono per dare a tutti i giusti meriti. L’Italia rialza la testa: dopo l’uscita del Milan, l’impresa, perché di impresa si tratta contro la capolista della Liga, rialza la testa al calcio italiano. Le firme sul tabellino sono quelle di Taddei e Vucinic, al Madrid non basta il solito Raul, che segna in fuorigioco il momentaneo 1-1.

SUPER ROMA - La squadra di Spalletti gioca i primi 45’ alla grande, al di sopra di ogni previsione. Mexes e Juan tolgono i rifornimenti all’isolato Raul e ad un Robinho evanescente, i pericoli arrivano quasi esclusivamente sui calci di punizione, in piazzola si esibisce Baptista, Doni non si lascia sorprendere. Ma è a centrocampo dove la Roma detta legge. Con Aquilani e De Rossi coppia di giganti che stravince il confronto con Guti, Diarra e Gago, tutti molto più lenti dei romani e con piedi di minor pregio (a parte Guti, peraltro sottoritmo e sottotono). La Roma scambia palla a terra, allarga continuamente il gioco, sopratutto sulla sinistra alla ricerca di Mancini, che punta sempre Salgado con alterni successi. Il Real fa la partita più per copione che per convinzione, statico, la Roma in contropiede zittisce il Bernabeu, stupito. Però il gol non arriva. Perché Aquilani, che ci prova dalla distanza con continuità, al 18’ colpisce un incrocio dei pali da un’altra galassia, poi sul prosieguo dell’azione ci riprova da fuori area, Casillas in tuffo si rifugia in angolo. L’unica vera occasione per il Real è targata Baptista: la "Bestia" si divora un gol solo davanti a Doni dopo aver raccolto una deviazione di De Rossi che era diventata il più ghiotto degli assist. Ma la Roma non trema neanche quando ruggisce il Bernabeu, e, anzi, è fin troppo disinvolta dietro quando gioca la palla anche quando sarebbe il caso di scaraventarla in avanti senza tanti ghirigori. Però la Roma non solo tiene, ma spinge alla ricerca del vantaggio, con Totti illuminata sponda offensiva e i centrocampisti che si inseriscono che è un piacere. All’intervallo cantano solo i tifosi della Roma. Ma è sempre 0-0. I primi 45’ sono sembrati la fotocopia rovesciata della partita dell’Olimpico, quando erano stati i blancos a dettare il ritmo.

SPAVENTO BAPTISTA - Il Real riparte forte dopo l’intervallo. Prova a far entrare in partita il pubblico. Baptista calcia un’altra punizione dal limite, stavolta la Roma è fortunata: traversa. Immediata la replica giallorossa. Incursione di Cicinho, sul suo cross deviato Perrotta è al posto giusto ma il tocco è di quelli sbagliati, Casillas si salva, bravissimo. Il Real ora è più determinato, più cattivo. La Roma non si disunisce, ma arretra.

GRANDI MANOVRE - La gara si riequilibra, la Roma sale di tono. Schuster cambia: fuori Diarra, fischiatissimo, dentro Drenthe. Che va a sinistra, con Guti che si abbassa sulla linea dei mediani. Cambia anche Spalletti: dentro Vucinic per Mancini, che ha finito la benzina. Tonetto, non sempre preciso, indovina un bel cross per Vucinic, sinistro sulla traversa. Poi Robinho, tutto solo in area, di testa combina solo un pasticciaccio brutto.

INDIMENTICABILE TADDEI - Dal 26’ s.t. si guadagna l’uomo in più. Vucinic, scatenato, si "beve" Pepe, che lo stende, espulso. E la Roma passa subito: cross di Tonetto, avvitamento aereo di Taddei, 1-0. La Roma ha il torto di farsi recuperare subito. Raul, il solito Raul si gira di destro, il piede sbagliato, e nell’area piccola supera prima Mexes, poi Doni: 1-1, anche se in sospetto fuorigioco. E’ il gol numero 61 per il capitano della casa blanca. il Bernabeu si incendia. Ora il Real ci crede, e la Roma patisce da morire. Gli angoli per il Real si susseguono, in contropiede la Roma spreca l’impensabile nelle praterie concesse dai padroni di casa, sbilanciatissimi. Ma nel recupero un immenso Vucinic segna il gol della vittoria. A Madrid il Real è sembrato la Roma, perché questa Roma è più forte di questo Real.

GASPORT