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  13/03/2008 - DOVE SONO FINITE LE SQUADRE FRANCESI?


Francia senza più squadre in Europa

Crisi d’astinenza di Coppe. Senza nessuna squadra nel calcio che conta, il mondo del pallone francese agonizza e si interroga sul proprio futuro. Tra paradossi e constatazioni allarmanti. L’Equipe non fa giri di parole e apre l’edizione odierna con un titolo eloquente: “È la catastrofe”. Lo spunto viene dall’eliminazione del Marsiglia agli ottavi di coppa Uefa. Uno shock ancor più doloroso visto che all’andata, la squadra di Gerets si era imposta 3-1 sul San Pietroburgo. Ieri, è finita 2-0 per i russi. Qualificazione macchiata comunque da insulti razzisti a tre giocatori francesi.

FALLIMENTO – Per il quotidiano sportivo, il fallimento è totale. Per il secondo anno consecutivo, e la quinta volta in otto anni, il calcio francese esce dalla scena europea agli ottavi. Una situazione allarmante.

REALISMO – Nel commento di Gerard Houllier, ex allenatore del Lione oggi a capo della d.t. Nazionale, si legge “delusione”, ma anche “realismo”. “Il calcio francese è più lento – spiega Houllier – e se prendiamo le squadre inglesi sono meglio preparate alle sfide europee. Grazie ai grandi giocatori, ma anche agli allenatori stranieri”.

IMPUTATI – L’Equipe si accoda. “Il momento – si legge nell’editoriale – è sufficientemente grave per alzare il velo sulle ragioni della debacle”. Primo imputato: la Ligue 1. Un campionato “debole”. Una debolezza che, secondo la prima firma Vincent Duluc, va affrontata con una rivoluzione culturale sul piano tattico, aprendo appunto agli allenatori stranieri.

DIFESE – Una soluzione difficilmente applicabile. Quando due anni fa, Francesco Guidolin arrivò sulla panchina del Monaco fu accolto a malomodo dal sindacato degli allenatori francesi che non vedeva di buon occhio la venuta di uno straniero. La stessa cosa capitò quando nel 2007, il Bordeaux si affidò a Ricardo, oggi al Monaco. Lo stesso c.t. della Francia, Raymond Domenech, sparò a zero sulla nomina di Fabio Capello alla guida dell’Inghilterra: “Bisogna privilegiare gli allenatori locali”.

PARADOSSO – L’altra causa, secondo l’Equipe, è l’assenza di giocatori di qualità. Con in più, il paradosso che “i 3 o 4 ragazzini – i vari Benzema, Ben Arfa, Nasri - che se rimanessero un anno o due in più potrebbero risollevare le sorti di almeno Lione e Marsiglia, sono già nel mirino dei grandi club europei”.

ALLERTA – Bernard Laporte, ex c.t. della nazionale di rugby e neo ministro dello Sport, promette un intervento a livello europeo: “Con la presidenza francese dell’Unione Europea che scatta il primo luglio - spiega a Le Figaro - cercheremo di imporre che ogni club tesseri un minimo di sei giocatori formati, proprio per evitare la fuga di talenti”. Si vedrà. Intanto, il calcio francese agonizza.

Alessandro Grandesso (gazzetta.it)