Papà e mamma sono stati ballerini, il figlio gioca (e vince) col Frosinone. Storia di un esterno sgraziato, ma sempre decisivo.

Luca Paganini (foto: fantamagazine.com)

Luca Paganini (foto: fantamagazine.com)

7 giugno 2014, finale playoff di Lega Pro. Il Lecce (dopo l’1 a 1 dell’andata) è in vantaggio a Frosinone. Siamo ad inizio secondo tempo, e i ciociari stanno disperatamente cercando il gol. Dopo un minuto Crivello scende sulla sinistra e mette un pallone tagliato in piena area; in quel momento Paganini è sul lato corto dell’area leccese: l’esterno fa un allungo verso il centro dell’area, brucia due difensori e d’un tratto si ingobbisce, schiantando la palla in rete. Arriva il pareggio, e la vittoria nei supplementari: Frosinone in B.

Paganini è alto 1.77. Nonostante i (tanti) gol di testa non ha un fisico statuario, né la forza ipertrofica di un Cordoba. Non ha nulla della leggiadria dei genitori, entrambi ballerini, né la linearità di un mediano. L’aspetto è quello di un freak magro e dinoccolato, quasi spigoloso.

Tecnicamente, è quasi indecifrabile: in un mondo immaginifico di esterni barocchi e patinati, l’intermittenza dell’esterno ciociaro è quasi un unicum. Esagerando, si potrebbe dire che Paganini sta al Frosinone come Muller al Bayern Monaco: atipico, scattoso, spesso fuori dalla gara, sempre decisivo.

Il calciatore romano non brilla per l’aspetto realizzativo (solo 15 gol in 3 anni), ma lascia sempre il segno. Nella stagione 2013-14, in lega pro, solo 3 gol in 26 partite, ma ne fa altrettanti nelle 5 gare dei play-off: il vantaggio (di testa, of course) nei preliminari con la Salernitana, un siluro dai 30 metri contro il Pisa, e quello contro il Lecce.


I numeri non sono dalla sua parte, la resa sì. In questa serie A l’esterno gialloblu ha la media di 0,7 cross a partita, pochi passaggi (20.5 a partita, un terzo dei quali sbagliati) e più contrasti (2) che dribbling (0.7), ma è stato decisivo nel 30% dei gol segnati dalla squadra di Stellone.

Negli highlights che lo vedono protagonista lo troviamo più spesso al centro che sulla zona laterale, più propenso al colpo di testa che al cross; se le ali sono uccelli sciamanti sulla fascia, Paganini è una faina: acquattato in area, il centrocampista ciociaro balza sul pallone con rabbia fulminea, bruciando portiere ed avversari. Il gol contro il Lecce non è stato una casualità. Basti vedere la rete al Catania lo scorso anno, o il gol della scorsa settimana alla Sampdoria.

Lega Pro, Serie B, Serie A. A prescindere dalla categoria, Paganini continua a ripetersi. Dove potrà arrivare?

Angelo A. Pisani (@angeloapisani)