Intervista a Rachid Arma, l’uomo con il gol nel dna.

Rachid Arma, attaccante Pisa (foto dalla rete)

Rachid Arma, attaccante Pisa (foto dalla rete)

Con un cognome e una media realizzativa così, è il calciatore ideale per i titoli ad effetto. Se ti chiami Rachid Arma e segni a raffica, infatti, ci mettono poco a definirti “Arma Letale”, appellativo che il 29enne bomber del Pisa si è meritato a suon di gol. I numeri di Rachid parlano per lui: 75 reti fra i professionisti e 43 da ragazzino in D alla Sambonifacese, dove venne scoperto dagli osservatori della Spal nell’estate del 2008.

Con gli emiliani subito 14 sigilli al primo anno (nella vecchia Serie C1) e poi via alle poco fortunate esperienze in Serie B con Torino, Cittadella e Vicenza (solo 1 gol in 22 presenze complessive). Arma però non ha smesso di crederci e lottare, scegliendo di tornare in quella che ormai si può definire la “sua”categoria: la Lega Pro, dove è un incubo per le difese avversarie.

Nella stagione 2011/102, così, torna alla Spal e, manco a dirlo, riprende a segnare a valanga: 18 gol per lui, per poi passare al Carpi e sfiorare di nuovo la doppia cifra realizzativa. Eccoci arrivati all’estate 2013, quando il telefono di Rachid squilla di nuovo: lo vuole il Pisa e lui sbarca in Toscana. In due anni totalizza altre 31 reti e diventa l’idolo dei tifosi nerazzurri. Ora sono loro ad avere in casa l’Arma Segreta…

 

Rachid, dopo l’ennesima stagione da protagonista è tempo di godersi le meritate vacanze. Dove le stai trascorrendo?

“Sono in Egitto. Come spesso mi capita, quando stacco dal calcio vengo qui ad Agadir, mio paese natale. Sono molto legato a questa terra e alla mia famiglia, quindi appena posso torno a rilassarmi in un posto magnifico. Ad Agadir c’è anche il mare, non potrei chiedere di meglio… “

Hai realizzato una valanga di gol in Lega Pro, mentre la Serie B l’hai solo assaggiata. Pensi sia quella attuale la categoria dove puoi rendere al meglio?

“Sinceramente penso che uno che vede la porta la vede ovunque, quindi penso che avrei fatto bene anche in Serie B. Il problema è che non ho mai avuto una vera occasione per poter dimostrare il mio valore. A Cittadella ho giocato solo la prima partita di campionato (8’) e poi sono andato via, mentre sia a Vicenza che a Torino sono stato preso per fare il vice del centravanti titolare. Con i granata avevo davanti Bianchi, mentre a Vicenza uno come Abbruscato. Quando non ti viene data l’opportunità di giocartela non puoi dire di aver fallito. Io sono fiero di me stesso e contentissimo per i tanti gol fatti n Lega Pro.”

Sono di più i rimpianti o la voglia di riprovare ad essere protagonista in una categoria superiore?

“Il rimpianto come detto è solo quello di non aver potuto giocare mai 3/4 partite di fila, quindi posso dirti che è sicuramente maggiore la voglia di riprovarci. Il top sarebbe raggiungere la promozione con una squadra e, l’anno successivo, giocarmi la B con la stessa. Questo significherebbe conoscere già l’ambiente e sentire la fiducia di tutti: proprio quello che mi è mancato in passato.”

Passiamo ora a qualche curiosità. Come sei arrivato in Italia?Sappiamo che la tua prima squadra qui è stata la Sambonifacese.

“Sono arrivato in Italia per un ricongiungimento famigliare. Papa era qua da 5 anni, vivendo in Provincia di Verona e lavorando in un’azienda metalmeccanica. Io sono venuto con mia mamma e mia sorella e mentre facevo le scuole elementari, medie e superiori, ho sempre giocato a calcio. La famiglia poi si è ambientata alla grande e tuttora è felicissima a Verona. Loro amano l’Italia come la amo io e tutti noi abbiamo preso la cittadinanza di questo Paese. Mi sento italiano dentro e penso proprio che anche il mio futuro sarà qui”.

Quando non gioca a calcio cosa fa Rachid Arma? Svelaci il tuo hobby preferito.

“Mi piace andare a pesca ed infatti ci vado spesso con i miei cugini quando sono in Marocco. E’ un hobby che mi fa rilassare e staccare la spina dopo una lunga stagione calcistica. Mi sono appassionato alla pesca guardando il cartone animato Sampei, davvero molto divertente. Lì, però, sembra facile pescare mentre nella realtà non lo è affatto…”

Più bravo con la canna, dunque, o con il pallone tra i piedi?

“Decisamente con il pallone, anche perché spesso dalla pesca torno a casa a mani vuote (ride). Lo faccio ovviamente solo per divertimento, mi basta quello.”

L’ultima domanda è sul futuro. Ti stai ricaricando per dare di nuovo l’assalto alla B con il Pisa? In città puntano fortissimo su di te.

“In realtà il mio futuro non è ancora deciso al 100%, devo parlarne con la società. Posso dire che mi sono trovato benissimo a Pisa e a livello personale è andato tutto alla grande, con 31 gol in due stagioni: peccato non siano bastati per la promozione. Ora però si vocifera che il presidente ha in mente un ridimensionamento della squadra: sia chiaro, è possibile che puntando sui giovani, avendo meno aspettative e pressioni si possa far meglio. Io però devo vedere il progetto che mi verrà presentato, solo così potrò scegliere con la giusta convinzione. Ne riparleremo al ritiro e se vedrò che gli obiettivi sono ambiziosi resterò ben volentieri, anche perché ho ancora un anno di contratto. Altrimenti, se me ne andassi, l’obiettivo rimarrebbe sempre lo stesso: raggiungere la B e giocare con una squadra che punta al vertice!”

Chapeu.

Giuseppe Marzetti