Attaccante tra i più famosi e dotati della storia del calcio, nel 1982 fu campione del mondo ai Mondiali di Spagna con la nazionale italiana e miglior marcatore della competizione con 6 reti che gli valsero quell'anno la conquista del Pallone d'Oro. È l'unico calciatore, insieme a Ronaldo, ad aver raggiunto questi tre traguardi nello stesso anno.
A 15 anni entra nelle giovanili della Juventus, ma il suo percorso nelle varie selezioni è spesso interrotto da una serie impressionante di infortuni: subisce tre operazioni al menisco nel giro di due stagioni. Nonostante tutto il 1 maggio del 1974 esordisce in prima squadra in una partita di Coppa Italia a Cesena.
Nella stagione successiva colleziona altre 2 presenze nella competizione prima di passare nel 1975 al Como. Qui le cose non vanno granché bene: Rossi scende in campo soltanto per 6 volte nell'arco dell'intero torneo senza riuscire ad andare a segno.
L'estate successiva la Juventus convince il Lanerossi Vicenza a prenderlo in comproprietà.
A Vicenza Rossi trova nel tecnico Giovan Battista Fabbri un secondo padre che ne nota le qualità e gli dà fiducia trasformandolo da ala a centravanti, affidandogli un posto da titolare.
Nel campionato di B 1976-77 dispta 36 partite e realizza 21 reti, rivelandosi miglior marcatore della cadetteria e fautore principale della promozione in massima serie dei veneti.
Il giovane attaccante si ripete anche in Serie A migliorando addirittura la frequenza realizzativa: con 24 gol in 30 presenze si laurea amcora capocannoniere. Il Vicenza raggiunge uno stupefacente secondo posto dietro la Juventus di Giovanni Trapattoni, Rossi e' il nuovo re del calcio italiano.
Esordisce in Nazionale con Bearzot ct 21 dicembre 1977 a Liegi contro il Belgio. Viene selezionato per il Campionato del mondo di Argentina nel 1978 in cui la squadra raggiunge il quarto posto e l'attaccante lascia la sua firma con tre reti.
Quell'estate è e' al centro di una vera e propria asta di mercato fra il presidente del Vicenza, Farina, e quello juventino, Boniperti: per la risoluzione della comproprietà del giocatore le due società sono costrette ad andare alle buste e Farina spara una cifra astronomica per l'epoca pur di tenere il giocatore: quasi 5 miliardi di lire. La cifra desta scandalo nel panorama sportivo del paese e diverse reazioni di natura politica in anni in cui la lotta di classe era molto accesa.
La stagione post-mondiale è però in chiaroscuro per Rossi, nera per il Vicenza. Il campione subisce un nuovo infortunio al ginocchio e deve restare fuori per alcune gare, la squadra ne risente in maniera determinante. La stagione termina con un'incredibile retrocessione in Serie B dopo il secondo posto dell'anno prima.
Rossi rifiuta di essere ceduto al Napoli e accetta il Perugia, che, in quel periodo, rappresenta una delle realtà più interessanti del calcio italiano. Rossi torna a segnare in abbondanza, ben 13 gol nelle prime 20 giornate di campionato. Poi, il 1 marzo 1980, scoppia il celebre scandalo del calcio-scommesse in cui risulta coinvolto insieme ad altri compagni del Perugia. Viene squalificato dalla CAF per due anni perdendo così anche la possibilità di partecipare ai Campionati Europei che si sarebbero disputati in Italia.
Nella primavera del 1981 è la Juventus a dargli nuova fiducia e lo ingaggia nonostante l'anno di squalifica ancora da scontare. La pena termina nel mese di aprile del 1982 e Paolo fa in tempo a giocare le ultime 3 gare di campionato con i bianconeri, realizzando anche un gol all'Udinese e a conquistare lo Scudetto, il 20° nella storia del club torinese.
Come premio per le sofferenza patite ed i sacrifici compiuti arriva la convocazione del CT Enzo Bearzot per il Campionato del mondo Spagna 1982.
La convocazione di Pablito, soprannome datogli ai tempi del mondiale argentino, scatena una serie infinita di polemiche: sono in molti infatti a criticare la scelta di Bearzot di portare in Spagna Rossi, reduce da due anni di inattività, e di lasciare a casa il capocannoniere del campionato Roberto Pruzzo. E dopo le prime partite contro Polonia, Perù e Camerun in cui l'attaccante mette in mostra serie carenze atletiche e di condizione, i giornalisti si scatenano anche alla luce dei deludenti risultati della squadra, che si qualifica al turno successivo per il rotto della cuffia grazie a tre pareggi. Tutti chiedono la testa di Bearzot, c'è chi addirittura lo offende pubblicamente. Analogo trattamento viene riservato a Rossi e ad altri componenti della Nazionale tanto che i giocatori tramite il loro capitano Dino Zoff annunciano la decisione di non parlare più con i giornalisti e di chiudersi nel famoso silenzio stampa.
In questa situazione l'Italia ritrova se stessa e batte 2-1 l'Argentina campione in carica grazie ai gol di Marco Tardelli ed Antonio Cabrini. Nella partita decisiva per l'accesso in semifinale arriva l'esplosione di Rossi che realizza una fantastica tripletta contro il Brasile, gioia che lo ripaga di tutte le umiliazioni patite nei due anni precedenti. Pablito è poi protagonista assoluto con una doppietta del 2-0 alla Polonia e in finale all'Estadio Santiago Bernabéu di Madrid apre le danze nel trionfo per 3-1 sulla Germania Ovest. Grazie ai gol nel Mundial conquista il titolo di capocannoniere della manifestazione e a fine anno il Pallone d'Oro.
Dopo la sbornia del mondiale spagnolo Rossi come tutta la Juventus incontra delle difficoltà nella stagione 1982-83: Pablito realizza soltanto 6 gol in campionato e la squadra bianconera costruita per vincere tutto e piena di campionissimi quali Michel Platini non va oltre due piazzamenti d'onore in Italia e in Europa. A bruciare particolarmente è la finale di Coppa dei Campioni persa ad Atene contro l'Amburgo in una partita stregata per i bianconeri; zuccherino della stagione il successo in Coppa Italia.
L'annata successiva è invece ricca di soddisfazioni: Paolo contribuisce con 13 gol alla conquista del titolo nazionale e trionfa anche in Coppa delle Coppe conquistata a Basilea contro il Porto. Nella stagione 1984-85 arrivano la Supercoppa Europea e la tragica Coppa dei Campioni dell'Heysel di Bruxelles, entrambi contro il Liverpool. In questa stagione Paolo inizia il suo declino sportivo a causa soprattutto dei problemi alle ginocchia che cominciano a tormentarlo di continuo. La Juventus alla fine della stagione lo cede al Milan di Giuseppe Farina.
La stagione rossonera con Nils Liedholm in panchina non è positiva. Paolo infatti salta per infortunio le prime 10 gare di campionato e va in gol in tutto solo per 2 volte in campionato, nel derby d'andata contro l'Inter. Dopo il Mondiale del 1986 in Messico in cui viene convocato da Bearzot, ma non scende mai in campo, disputa la sua ultima stagione da professionista nell'Hellas Verona con cui realizza 4 gol in 20 partite.
Pablito è ancora oggi un mito per generazioni di tifosi italiani e il suo nome resterà per sempre scolpito nella storia del nostro calcio e i nei cuori di milioni di sportivi. |