Inizia la carriera nell'Audace San Michele, quindi viene scoperto dall'Inter, dove si trasferisce giovanissimo nel 1958. Ai colori nerazzurri legherà tutta la sua meravigliosa carriera calcistica(esclusa una sfortunata passerella finale al Genoa), di allenatore ed infine di osservatore.
Giocò come centrocampista offensivo, le grandi doti tecniche e balistiche ne fecero un pilastro della Grande Inter di Helenio Herrera, con la quale vinse la bellezza di 4 scudetti, 2 Coppe Dei Campioni e 2 Coppe Intercontinentali, disputò 502 partite segnando 94 reti. Osannato dai tifosi, adorato dal presidente Angelo Moratti, meno da Helenio Herrera che ne chiese più volte la cessione per il suo carattere vivace e il suo essere fuori dagli schemi(richiesta mai accettata).
Dribbling e fantasia, accompagnate dalle celebri punizioni "a foglia morta" di cui fu cultore e capostipite, lo collocano fra i più grandi centrocampisti del calcio italiano. In Nazionale tuttavia ebbe poca fortuna (solo 23 presenze e 4 reti) a causa dell'ostracismo dei vertici federali di allora e non riuscì mai a disputare un Mondiale. I soprannomi "Mandrake" e "Piede Sinistro di Dio"(datogli dopo una partita in Israele dal tecnico ungherese Gyula Mandi)ne rivelano la classe e il genio calcistico di cui disponeva. |